Ulisse e l’inganno al Ciclope
…Ulisse e l’inganno al Ciclope…
Di che vino provvisto era il mio legno.
Io molto a te potrei recarne un giorno,
Se a noi pietoso di partir concedi.
Ma un crudele tu se’. Tristo! chi mai
Chi fa che alla tua grotta s’avvicini,
Se in questa guisa gli ospiti ricevi?
Io tacqui: ed egli prende il nappo e beve;
Ed allettato dal licor soave,
A me di novo ne chiedea, dicendo:
Mesci, mesci, o straniero, e il nome tuo
A me palesa, perché far ti voglio
Un presente ospital che ti consoli.
Anche ai Ciclopi dà la terra in copia
Vino dall’uve che la pioggia ingrossa,
Ma questo è ambrosia, è nettare celeste.
Così parlava; e il vino una seconda
Volta gli porsi ed una terza; e, stolto!
Ben tre volte ei vuotò la colma tazza.
Tratto dall’Odissea di Omero (IX, 410-25).