Intervista a Carmine Lamorte

Cosa ti ricordi del tuo inizio?

Ricordo che passeggiando lungo il lago della mia piccola città, Verbania osservavo i bar dall’esterno e lo stesso facevo quando mi portavano a Stresa osservavo gli alberghi i grandi alberghi, che emanavano un grande fascino per me visti da fuori, dove potevo vedere persone con belle e ordinate uniformi che servivano a tavola o preparavano delle strane bevande ad altre persone sedute su degli sgabelli. Erano delle grandi vetrate che da fuori facevano veder tutto ciò che si svolgeva al suo interno. Questo fu quello che mi affascinò, e fece si che decidessi a 14 anni di farmi iscrivere da mio padre alla scuola alberghiera di Stresa. Per questo motivo forse, porto sempre i miei studenti davanti a queste enorme vetrate, le quali come 40 anni fa sono ancora li con tutto il loro fascino. Dopo la scuola il mondo mi attendeva e non ci misi molto a partire a 16 anni per l’estero come prima tappa l’Inghilterra, in quanto avevo un grande entusiasmo verso la professione piu bella del mondo allora come ancora oggi.

Di che cosa ti occupi adesso?

Insegno presso un noto istituto alberghiero di stato, oltre a continuare ad occuparmi di food and beverage, oltre che con il lavoro anche come consulente in Italia e all’estero per l’apertura di nuove strutture o riqualificazioni, oltre che essere un formatore nei corsi per barman attraverso l’associazione Aibes prima e con la mia scuola oggi clprofessional scuoladibar.

Cosa diresti ai nostri studenti?

Agli studenti oggi dico sempre di pensare bene a ciò che si sceglie, di concentrarsi su una cosa alla volta, solo in questo modo si può veramente capire se quello che si sta facendo e studiando è davvero quello che si vorrà fare per il resto della vita e parlo della difficile scelta di scegliere tra cucina, sala bar o ricevimento. Consiglio di metterci il massimo dell’impegno e dell’ascolto quando si assistono le lezioni elle singole discipline, particolarmente nel 1 e 2 anno, quelli che ritengo i più difficili, specialmente il 2 anno.

Consiglio anche di pensare bene alle azioni e alle scelte che si fanno perché poi ciò che ci accadrà nel lavoro e nella vita sarà sempre e solo la conseguenza di quello che avremo scelto e deciso solo noi, e non si potrà dare poi la colpa alla sfortuna o ai professori o ai genitori se qualche cosa non andrà bene o se vi saranno conseguenze pesanti da pagare. Per questo all’inizio ho detto pensare bene a quello che si decide di fare ed essere pronti a subirne le conseguenze buone o cattive che esse siano. Il suggerimento a tutti gli studenti è quello di fare sempre un “Double cheking” Un doppio controllo.

E per quelli che vogliono andare a lavorare, dopo aver finito la Terza?

Devo dire che purtroppo rispetto ad alcuni anni fa, quando si andava a lavorare finita la terza media, i tempi sono un po’ cambiati, innanzitutto per l’eccessivo carico fiscale che le aziende hanno e devono subire e quindi vogliono subito personale qualificato e già capace e che sia maggiorenne con la possibilità purtroppo di pagarlo il meno possibile, proprio per l’eccessivo carico fiscale di trattenute, per questo oggi a differenza di alcuni fa è impossibile andare a lavorare in bar o alberghi prima della maggiore età, per questo sono stati creati i progetti scolastici abbinati all’alternanza scuola e lavoro attraverso gli stage del 3 e 4 anno di scuola, poi se qualcuno riesce a inserirsi nel lavoro fa benissimo ma sicuramente la strada che consiglio oggi è quella di ascoltare bene gli insegnanti dei laboratori, qualsiasi esso sia, dopo che avrete capito bene chi sono, intendo la loro credibilità professionale, nel senso se avrà maturato esperienza in alberghi e bar di prestigio in Italia e all’estero avrà sicuramente qualche cosa da insegnare, a differenza invece di chi fa il professore di laboratorio senza alcuna esperienza in ambito alberghiero e di concludere il ciclo dei 5 anni scolastici.

 

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