Le interviste: Francesco Conte
Il Barman Francesco Conte si racconta dal suo Shaker club drink&dream alla firma del cocktail Jommellino
Lo “Jommellino, il Matrimonio segreto”, in onore dei musicisti aversani Niccolò Jommelli e Domenico Cimarosa, è il cocktail firmato da Francesco Conte, che esalta la mela annurca, frullata e servita con l’Asprinio brut, completando con uno spiedino di capocollo del nero casertano e ciliegina di mozzarella di bufala. Una vera sciccheria ..
Chi meglio di un professionista come lui può, dunque, svelare i segreti di un mondo complesso e affascinante come quello del bartending? Francesco Conte, ospite nel nostro Istituto, martedì 18 febbraio, nell’ambito del ciclo di incontri organizzato dalla prof.ssa Maurizia Gliottone per l’orientamento in itinere, si è prestato alla nostra curiosità. Gli abbiamo fatto poco piu’ di 10 domande, alle quali ha risposto con grande disponibilità ed ironia.
Ecco l’intervista…
Ci Racconti qualcosa di lei e della sua professione.
Sono una persona che cerca di avere una vita normale, ma non sempre è possibile, il barman ha una vita paragonabile a quella di un artista, sempre in giro per il mondo, orari particolari, ma in fondo, meno male che è cosi, il barman è una questione di stile.
Il cliente ideale al suo bancone ordina un…
Un “qualsiasi cosa” va più che bene, la richiesta è un punto di partenza per capire chi hai di fronte, se è esperto, ben venga, se non lo è, beh, meglio, vuol dire che bisogna lavorarci, educarlo, un cliente “fatto in casa” spesso è quello che ti da più soddisfazioni, e quello che costruisci attraverso la fidelizzazione, e dura anche di più!
E quando c’è lei dall’altra parte del bancone cosa ordina?
Questa è difficile, dipende se dall’altra parte il barman mi ispira, dipende da ciò che “avverto”, dalla fiducia che percepisco, se poi lo conosco bene…gli chiedo se mi può consigliare un posto nelle vicinanze dove bere bene!!! In fondo amo i gusti semplici, ma seri.
Tradizione o innovazione?
Faccio parte del Classic Cocktail Club, quindi tradizione sicuramente, ma sono attento alle evoluzioni, amo preparare tanti prodotti “home made”, ma in fondo sono dell’opinione che non si può che attingere dal passato per innovare in modo perbene.
Da cosa si riconosce un bravo barman?
Dal modo di porsi, dalla sua educazione, dalla professionalità che è capace di trasmettere.
Qui da noi, di barman preparati, quanti ce ne sono? Chi è il migliore secondo lei?
Molti, ma non tantissimi, umili poi..Beh il migliore ovvio, sono io!!!
Che cosa non può assolutamente mancare in un cocktail bar che si rispetti?
Tanta roba, dalle attrezzature ai prodotti, dal personale all’illuminazione, dai colori alla musica…
Il cosiddetto Ambient, fa la differenza.
Un aneddoto che le è capitato al bancone.
Tanti anni fa, ero giovanissimo, al banco mi chiesero un drink che non avevo mai sentito prima…anziché pensare, questo cosa vuole, se non lo conosco non esiste…gli dissi che, dato non lo conoscevo, se mi indicava gli ingredienti, avrei volentieri provato a prepararglielo…Pochi anni fa, in un mio viaggio a los Angeles, ho scoperto che li tutti bevono quel drink…, beh vi dico che il cliente che non capisce nulla, non esiste, abbiamo sempre da imparare dai nostri interlocutori, nel bene e nel male.
Che ne pensa del recente inasprimento delle pene per la guida in stato d’ebbrezza?
Che è giustissimo, qua in italia si fa troppo poco, soprattutto sulla prevenzione, avremmo da imparare molto da paesi che, tradizionalmente, bevono più, e meglio, di noi…A non bere se bisogna guidare ad esempio…basta che ci si organizzi, e all’interno di una comitiva, si fanno delle turnazioni dove chi guida, non beve.
Il più bel locale dove è stato.
Il Cocobongo a Cancun, il Temple Bar a Dublino, il Whisky bar a Los Angeles, e tanti, ma tanti altri…ma il più bello…beh, è il mio…lo Shaker club drink&dream…ad Aversa!!!
Un consiglio per chi vuole trasformare il proprio salotto in un perfetto cocktail bar.
A volte bastano una decina di bottiglie per la miscelazione, un’altra decina di quelle serie…e poi la musica giusta, qualche gioco di luci, i bicchieri, un buon mixing glass ed uno shaker…del ghiaccio pulito…una giusta compagnia…ma poi manca il barman, e allora decidi di uscire e trovartene uno all’altezza…
A chi vuole intraprendere la carriera di barman cosa consiglia?
Tanta dedizione, tanta umiltà, tanto studio e tantissima ricerca, ciò che scopri oggi è stato già fatto ieri…mai improvvisare, e se scappa sempre con cognizione di causa…rispetto verso gli ospiti, i colleghi, sia più giovani che più anziani, informarsi su tutto ciò che ti circonda, la cultura è fondamentale, e ricordarsi che al centro dell’attenzione non ci siamo mai noi, ma chi paga.
Se poi si riesce anche ad essere simpatici, senza mai essere invasivi, arroganti o presuntuosi e si riesce anche a non prendersi troppo sul serio, come ho cercato di essere io in questa piacevolissima chiacchierata, beh…forse si è sulla strada giusta.