Sembra strano, ma…il vino è in crisi

Articolo a cura di (Repubblica.it)

Il vino impari dai cocktail a essere più sexy

Che cosa manca al vino per conquistare i giovani e non solo? La sexiness, in altre parole il sex appeal. Ecco allora che una soluzione può essere quella di ispirarsi alla mixology. “La realizzazione di un cocktail è molto attraente, è come fare un’opera d’arte. Una vera creazione che il barman realizza con cura, aggiungendo fiori, spezie, colori. È normale che un giovane ne sia attratto. Il paradosso è che nei cocktail c’è più alcol, ma vanno meglio. Il vino intimidisce, i cocktail invece sono universalmente codificati”. La riflessione arriva da Dino Borri, executive nell’industria del vino e del cibo negli Stati Uniti, ospite a Bologna al festival C’è +Gusto con Stevie Kim, managing partner di Vinitaly e fondatrice di Italian Wine Podcast e Silvano Brescianini, presidente del Consorzio Franciacorta.


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“Il mercato del vino negli Usa ha una leggera flessione, ma l’Italia è quella che sta perdendo di meno, la Francia o i nuovi mercati come Cile, Australia, Sud Africa hanno cali forti”, dice Borri, che da diversi anni vive a New York. La vera grande sfida del vino, secondo Kim, è “comunicarlo, raccontarlo con le parole”, quindi bisogna puntare su “innovazione nel marketing e nella comunicazione per raggiungere un pubblico più giovane e internazionale”.

“Avete provato a guardare i profili delle cantine sui social? – lancia la provocazione Stevie Kim – Una sfilata di foto di vigne, famiglie riunite in barricaia, bicchieri colmi: le aziende sono tutte uguali, non riesci a distinguerle. Invece servono parole e linguaggi nuovi per rilanciare il settore”, dice l’esperta che su questo tema ha scritto il libro “Social, PR e Media Relations del vino”.

Un momento delicato, quello che stiamo vivendo, per il comparto vitivinicolo, preso di mira ci sono anche iniziative “come il Dry January o il Sober October, soprattutto negli Stati Uniti, emblematiche dello stato dell’arte”, prosegue l’esperta. E parlando dei giovani, anche per Brescianini “il vero problema è che il vino è complicato, ma si può e si deve trovare un modo per rompere le barriere”.

E poi c’è l’aspetto della sostenibilità da osservare e portare avanti. Il “cambiamento climatico non è in discussione, con una grande alternanza di fenomeni sempre più estremi come grandinate, gelate tardive – sottolinea il presidente del Consorzio di tutela del Franciacorta – Uno scenario non semplicissimo, ma stiamo imparando a gestire la situazione con sistemi semplici e naturali”. La strategia di lungo termine “è far consumare meno acqua alla vite e trattenerne di più al suolo. La biodiversità fa bene sia al pianeta che alla qualità del vino”.

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