Tratto da “Questa scuola è un albergo!”
Capitolo: Il pesce e il Barolo
Anticipazione del libro “Questa scuola è un albergo”, saggio (di fantasia, ma non troppo) che racconta degli Istituti Alberghieri italiani (oggi si chiamano Istituti di Enogastronomia).
Il pesce e il Barolo
“E’ una tipica giornata primaverile quando decido di entrare a scuola mezz’ora prima per svolgere alcune incombenze burocratiche. Può essere da fessi, lo so. Ma va fatto. Il mio orario di mercoledì è piuttosto comodo: si entra alle 12 e si esce nel primo pomeriggio. Decido di passare per la sala grande, il vero sancta sanctorum (insieme alla cucina) di ogni Istituto Alberghiero che si rispetti. Come al solito, c’è festa grande. I ragazzi di sala, ben vestiti, con le loro candide divise bianche, stanno svolgendo il servizio con gli altri di cucina, chiassosi quanto basta per farsi sentire sin nei corridoi. Sì, è proprio aria di festa, sarà la primavera, ma in realtà quando si mangia sono sempre tutti contenti.
Mi avvicino al tavolo dei colleghi, che stanno pranzando anche loro. L’ordine è così composto: due insegnanti di Sala e Vendita, due di cucina, due assistenti tecnici, due magazzinieri. Lascio la mia cartella poggiata in un angolo per chiedere alcune informazioni, sapendoli di disturbarli. Poi improvvisamente noto quello che non avrei mai voluto vedere: una bella frittura di pesce in mezzo alla tavola. Ma no, non è quello che mi colpisce, ma l’abbinamento enogastronomico. Con lieve stupore, mi avvicino, prendo la bottiglia in mano (educatamente, chiedendo permesso) e la visiono: un bel Barolo riserva, stappato e bevuto con voluttà. La riappoggio e mentre le ganasce dei colleghi continuano a masticare ed a triturare la frittura di pesce, timidamente chiedo: ma il rosso con il pesce…?
Un silenzio invade il piccolo spazio e mentre nessuno dei due insegnanti tecnico pratici di sala e vendita proferisce parola (la domanda era a loro rivolta), si alza lo chef che con fare convinto declama a voce alta: Certo che ora si può abbinare il rosso con il pesce! Gli spiego che forse l’abbimanento che lui intende è il Cacciucco alla livornese con un rosso leggero, e comunque non con QUEL Barolo riserva. Lo sento mugugnare, mi da’ aragione e si risiede.
Sconsolato allargo le braccia, lascio la cartella e vado via. Il giorno dopo incontro il magazziniere e gli chiedo: Ma come mai gli è stata data una bottiglia di quel valore per la fritturina? Mi risponde: Ma sai, mi hanno chiesto un vino e gli ho dato il primo che mi è capitato”.
Ecco perché sarebbe bello che gli ITP conoscessero anche i vini (non dalla lettura delle etichette).
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Continua
Il libro prende spunto da aneddoti raccontati dai colleghi di sala nei vari Istituti italiani. Sarà vero, saranno fatti di fantasia? Ai posteri l’ardua sentenza 😉
L’autore è un ITP di Sala e Vendita (che non si fa gli affari suoi 😉