Sarzana e la leggenda del S.Graal

Sarzana è un comune della provincia della Spezia che confina a nord con il territorio del comune di Santo Stefano di Magra e Aulla, a est con Fosdinovo, Castelnuovo Magra, Ortonovo e Carrara, a sud con Ameglia ed è bagnata dal Mar Ligure e ad ovest con Lerici e Vezzano Ligure.

Facilmente raggiungibile sia dalla Liguria, che dalla Toscana (vi è un’apposita uscita autostradale), con i suoi 21.356 abitanti è il secondo comune più popolato della provincia della Spezia, dopo il capoluogo spezzino.

Una delle curiosità poco conosciute (anche dalla tradizione locale) è la cosidetta reliquia “del sangue preziosissimo di nostro Signore Gesù Cristo“. Questa reliquia è legata al Santo Gral. Secondo una leggenda la reliquia del Sangue versato da Cristo a redenzione del mondo giunse nella città di Luni (insieme al cosidetto Volto Santo di Lucca) nell’anno 782.

Il Venerdì santo di quell’anno il Vescovo di Luni, Apollinare, e il Vescovo di Lucca, Giovanni, raccolsero sulla spiaggia di Luni un legno che aveva portato in salvo le due reliquie. Infatti secondo tradizione Nicodemo di Arimatea, sul monte Calvario, aveva riempito un’ampolla col sangue di Cristo e aveva poi scolpito una croce con l’immagine del Salvatore, per contenere l’ampolla.

Una volta approdate sulla spiaggia di Luni la Croce, che fu chiamata Sacro Volto, fu portata a Lucca dove è tuttora conservata presso la cattedrale principale, mentre la Reliquia rimase a Luni. Da Luni successivamente fu trasferita a Sarzana nel 1204, anno della traslazione della sede episcopale.

Nel testo dal titolo La devozione al Prez.mo Sangue di N.S. Gesù Cristo nella Diocesi di Luni-Sarzana, scritto dal Monsignore Piero Barbieri, vengono elencati antichi documenti che ne attestano il culto.

Il sangue di Cristo è legato alla leggenda del Santo Graal, di cui molto si è scritto. La reliquia ora è custodita nella cappella “del preziosissimo sangue” a destra dell’altare maggiore e viene esposta il primo venerdì di ogni mese.

La cattedrale sarzanese nell’ambito artistico è altresì conosciuta perché ospita la più antica croce dipinta italiana, opera del Maestro Guglielmo, datata 1138 e definita opera fondamentale della pittura romanica. Questo crocifisso, visibile alla sinistra dell’altare, sebbene ridipinto nel corpo e nel volto nel XIV secolo, segna un famoso esempio dall’iconografia del Christus triumphans (il Cristo trionfatore) prima dell’affermarsi dell’iconografia del Christus patiens:  infatti vi è ritratto un Gesù con espressione viva e trionfatrice sulla Morte.

 

 

Note bibliografiche
Per approfondire ecco alcuni link: